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Pipino il Breve.

Re franco. Secondogenito di Carlo Martello, fu maestro di palazzo di Borgogna, Neustria e Provenza dal 741 al 751, governando insieme al fratello Carlomanno (al quale era toccata in eredità la dignità di maestro di palazzo dell'Austrasia) l'intero Stato franco. In seguito a numerose rivolte, i due fratelli decisero tuttavia di restaurare la Monarchia merovingia nella persona di Childerico III, che comunque privarono di qualsiasi potere effettivo. Insieme al fratello, P. sconfisse in diverse occasioni gli Alamanni, e combatté contro Odilone, duca di Baviera, pur non riuscendo a sottomettere l'Aquitania. Sostenitori dell'opera di evangelizzazione svolta in territorio germanico da san Bonifacio, P. e Carlomanno avviarono la riforma del clero franco (742-45). Dopo la rinuncia del fratello, nel 747, P. rimase solo alla guida dello Stato e nel 751, ottenuto il parere favorevole di papa Zaccaria, depose Childerico III e si fece eleggere re. Con la successiva consacrazione, probabilmente per mano di san Bonifacio, P. legittimò l'usurpazione e diede inizio alla dinastia carolingia. Nel 754 fu creato patrizio dei Romani da papa Stefano II, che in tal modo sperava di assicurarsi un prezioso aiuto contro i Longobardi, che nel frattempo avevano tolto ai Bizantini l'Esarcato e la Pentapoli. Fedele al papa, nello stesso 754 P. scese in Italia e, assediato Astolfo, lo costrinse a restituire alla Chiesa i territori occupati. Nel 756, poiché Astolfo non aveva rispettato gli accordi, il re franco discese nuovamente in Italia e ottenne un'importante vittoria sui Longobardi, in seguito alla quale ottenne da Astolfo l'Esarcato, che provvide a consegnare alla Chiesa di Roma. Nella sua politica di espansione dei territori franchi P. riuscì ad annettere l'Aquitania e tolse la Settimania ai musulmani. Poco prima della morte divise i territori del Regno franco tra i figli Carlo e Carlomanno (Jupille, Liegi 715 - Saint-Denis 768).